mercoledì 12 gennaio 2011

The Social Network

The Social Network non è solo un film, è un ritaglio della realtà attuale, uno squarcio di vita della mia generazione (e oserei aggiungere: purtroppo).  Una generazione priva di ideali, priva di valori, dove l’importante è apparire, fare soldi, non vivere davvero, mentre coloro che tentano di farlo si ritrovano emarginati e messi in disparte. E ciò è quanto accade al protagonista di questo film, Mark, interpretato da un fantastico Eisenberg che migliora di pellicola in pellicola. Durante il film, composto da flashback su flashback in cui viene mostrata la nascita di FB e il conseguente processo legale che ne è derivato, nulla viene lasciato al caso. Buona anche l’interpretazione di Garfield, che nel film è il migliore amico del protagonista. Inutile dire che la regia sia ottima, ma la parte migliore del film è la sceneggiatura: i dialoghi sono praticamente sempre presenti, tutto è un continuo parlare, parlare e parlare che però riesce a non stancare  mai lo spettatore. Ma la questione è: si tratta forse un film che parla di Facebook? Un film di propaganda? Un film commerciale creato per cavalcare l’onda del fenomeno di massa del sito in questione? Si e no. Sicuramente apparentemente si potrebbe pensare che il film parli di FB, ma non è così, o meglio: ne parla solo marginalmente. Durante la visione di quest’opera ho provato molti sentimenti: rabbia, frustrazione, odio e, perché no, mi sono fatto delle grasse risate vedendo alcune scene, mi sono sentito coinvolto da ciò che accadeva, mi sono sentito vicino a Mark e mi sono persino affezionato a lui, al suo modo di fare, al suo essere tagliente, al suo voler “fare lo stronzo”. Quando le luci della sala si sono accese e la magia si è lentamente dissolta, è stato come dire addio a un caro amico, un amico a cui vuoi bene, che soffre e non puoi fare nulla per aiutarlo. Sensazioni: questo film trasmette una moltitudine di sensazioni che rimangono impresse nello spettatore. E non è forse questo, lo scopo di un film?  


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